Il carbonio-13 è il più raro dei due isotopi stabili del carbonio - 1,07%, contro il 98,93% del carbonio-12, l'elemento usato anche per definire l'unità di massa atomica - e la sua presenza è leggermente ancora minore nelle piante di soia.
Il caso vuole che le piante di soia siano usate per produrre testosterone sintetico, ed è un raffronto tra la quantità di carbonio-13 del testosterone e quella di un altro ormone presente in un campione di urina a rivelare se il testosterone è naturale o no.
Il massimo rapporto ammesso, tra le due quantità, è di 3/1.
Per Floyd Landis il rapporto è risultato essere di 3,99/1.
Questa, che sarebbe la prova della provenienza esterna del testosterone del corridore di Murrieta, California, va ad aggiungersi all'anomalo rapporto testosterone/epitestosterone - 11/1, quando il massimo consentito è 4/1 (e il valore normale è circa 1/1) - riscontrato nel campione prelevato al termine della 17ª tappa del Tour de France conclusosi dieci giorni fa, e avvicina sempre più la maglia gialla (a tavolino) a Oscar Pereiro Sio.
Suppongo che più di una persona, dopo la mia lode all'impresa di Morzine, si aspettasse qualche parola da parte mia su questo ennesimo caso di doping nel ciclismo. A dire il vero aspettavo le controanalisi, ma i risultati non arriveranno prima di sabato, pare, e per quella data probabilmente sarò già via.
Se però qualcuno si aspetta che io mi unisca al coro delle anime candide - quelle che si sentirono "tradite" allo scoprire che anche l'elefantino romagnolo faceva uso di sostanze proibite, o che magari ancora non vogliono crederci ("eh, quell'Ullrich si vede, guarda quanto è grosso, ma Pantani, dai...") - resterà assai deluso, mi sa. Perlomeno, non mi ci unirò fintanto che, dopo i "non guarderò più una tappa in tutta la mia vita!" non sentirò i "non guarderò più una partita in tutta la mia vita!" visti i tarallucci e il vino in cui è finito lo scandalo Calciopoli.
Se Floyd Landis ha barato è giusto che paghi, senza sconti. Pereiro non sarà stato osannato sui Campi Elisi, ma non per questo avrà meno meriti. E dal momento che tutti e tre gli ultimi vincitori dei grandi Giri (Roberto Heras, Ivan Basso e, appunto, Landis) sono stati coinvolti in casi di doping, chissà che, nonostante la fine che ha fatto chi ha parlato (Christophe Bassons, Filippo Simeoni), qualcuno impari la lezione.
Canzone del giorno: Dimmu Borgir - In Death's Embrace.
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