http://www.geocities.com/SunsetStrip/Palms/8619/index.html
non vi dice niente, sappiate che vi invidio con tutta la mia anima - pagine under construction più a lungo della Salerno-Reggio Calabria, scritte in rosa fosforescente (e verde acido alla riga successiva), con un midi di sottofondo peggio delle suonerie del Nokia 3210. Non dimentichiamoci chi, premuroso nei confronti della comunità internautica, dedicava una pagina ai link utili - perché evidentemente la comunità internautica avrebbe impostato il suo sito come pagina iniziale del browser - nonché le sventagliate di tramonti nei siti delle ragazze, con noi maschietti a commentare bella, bella... ma dove sono le foto in bikini?(Ovviamente, io avevo un sito personale.)
Poi, esplosero i blog. Inizialmente non capivo bene cosa fossero, se non che blog è l'abbreviazione di web log. Sembravano una cosa in continua evoluzione, legata al qui e ora. Ma guai a definirli diari online: i blogger si offendevano a morte.
Quando sbarcai io sulla blogosfera era il 2006: il fenomeno era già in declino. Lo dimostrava il numero di blog il cui ultimo post era mestamente datato uno o due anni prima, e che magari ospitavano solo vignette, citazioni, testi di canzoni, o dichiarazioni d'amore.
Era nient'altro che la spazzatura dei siti personali, riversatasi nei blog con un po' meno Comic Sans e una spolverata di pseudo-depressione.
Credo che Splinder, allora decisamente la piattaforma più diffusa in Italia, abbia vissuto proprio la fase della spazzatura. Io scelsi Blogger semplicemente perché mi piaceva il nome del dominio, blogspot.com; ma era facile intuire che Splinder fosse destinato a morire in tempi brevi. Se non altro, perché non è mai uscito dai confini nazionali, mentre l'intercomunicazione tra blogger di diversi Paesi cresceva.
Alla chiusura di Splinder - e anche prima - qualche giornalista d'assalto ha decretato la fine dei blog, uccisi dai social network. Non è vero: anzi, trovo i blog attuali molto più curati, in forma e contenuti, di quelli che visitavo sei anni fa. Ovvio che chi usava il blog per ripubblicare roba scritta da altri si trovi meglio su Facebook. In poche parole, i social network si sono cuccati la spazzatura.
(Per ora.)
Canzone della sera: Emeli Sandé - Heaven.
Io penso di essermi fatto tutto quello che c'era da farsi sull'internet. E non mi equivocare. Intendo che se c'era da fare una pagina personale, me la facevo. Se c'era un blog personale da fare me lo facevo. Se c'era un nuovo social network da provare, lo provavo. E ora mi chiedo perché parlo all'imperfetto, visto che lo faccio tutt'ora.
RispondiEliminasono d'accordo con te: io uso molto entrambi ma nella mia testa social network e blog son due modi di esprimersi molto differenti.
RispondiEliminaPost interessante per un'ignorante come me :D
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