Fino alla scorsa settimana, quando in treno trovai una copia omaggio di Libero, non avevo mai sentito parlare di Paolo Nori. E il ricordo di Andrea Cortellessa era dovuto solo al suo insolito cognome.
Scoprii così quel giorno che lo scrittore Nori era stato pesantemente attaccato dal critico letterario Cortellessa a causa della sua decisione di collaborare con il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro. I due si sarebbero successivamente confrontati nella trasmissione Fahrenheit di Radio 3, e alla libreria Giufà di Roma.
Ora, ascoltando la registrazione del dibattito radiofonico, si capisce come Cortellessa non abbia affatto dato a Nori del traditore; in sintesi, il critico teme che il contesto di Libero, ben lontano dagli abituali modi di Nori, possa in qualche modo portare a dei fraintendimenti. Come quello di un lettore che aveva scambiato il simbolo del festival di poesia di Seneghe, stampata su una maglietta indossata dallo scrittore, per una croce celtica.
Secondo Cortellessa, questo errore è stato causato dal contesto (la foto dello scrittore con la maglietta è stata pubblicata su Libero); secondo me, l'unica causa è la stupidità del lettore.
A me Libero non fa paura. Non è un quotidiano che compro abitualmente - a dire il vero, non compro abitualmente quotidiani - ma non sento il bisogno di nascondermi se mi capita in mano, né di guardare sdegnato chi lo legge. E anche se lo leggo, mi cambia la vita? Fa di me una persona diversa? È vero: ogni tanto la prima pagina è un cazzotto nello stomaco, per usare le parole di Cortellessa, ma poi tutto passa.
Canzone del giorno: Linkin Park - Crawling.
Come dici tu. La stupidità è nel lettore che non riesce a cogliere i significati. Almeno siamo ancora liberi di scegliere cosa leggere...
RispondiEliminaBuona domenica!