Dalla quarta pagina del messalino La Domenica, oggi:
È una stele che proviene da Tessalonica (l'odierna Salonicco) e risale ai tempi della predicazione di San Paolo: stando alla didascalia, poiché raffigura una famiglia romana ma l'iscrizione è in greco, rappresenta la coesistenza della cultura greca e romana, all'epoca.
Ebbene, è possibile che non riesca a leggere questa parola senza pensare alla transizione liquido-vapore, e in generale alle transizioni del 1º ordine, caratterizzate dalla coesistenza delle due fasi?
Ripensandoci, però, non è un male: vuol dire che del lavoro della tesi non ho già dimenticato tutto!
Canzone del giorno: Ash - Shining Light.
domenica 19 aprile 2009
sabato 18 aprile 2009
Ich habe die ganze Nacht in der Universität verbracht!
Questa fu la frase che pronunciai alla prima lezione di tedesco successiva alla consegna della mia tesi. Ovvero due giorni dopo; avrei voluto andarci il giorno stesso - lunedì 2 marzo - e festeggiare con i miei compagni, ma non mi svegliai in tempo. Ich habe verschlafen.
Il mio febbraio era stato caratterizzato da giornate trascorse interamente alla postazione, a volte con salto del pranzo - Carnevale e Quaresima, nel mio personale calendario, sono stati invertiti. La sera, quando non avevo il Deutschkurs o il laboratorio teatrale - cui non ho pensato neanche un minuto di rinunciare - rimanevo in facoltà; in ogni caso la cena era sistematicamente dopo mezzanotte, accompagnata dalla replica della gara di sci alpino in val d'Isère o di sci nordico a Liberec.
Fu una corsa contro il tempo in piena regola. Va detto che in buona parte la colpa era stata mia: prima che fosse resa nota la scadenza, avevo fatto pochissimo; c'erano giorni che rimanevo ore intere imbambolato davanti al pc chiedendomi perché io e S. non stessimo più insieme. Vi basti sapere che i risultati del mio case study li discussi col relatore a 6 giorni dalla data di consegna.
Non male, per uno che puntava (almeno) al 110. Era una faccenda personale: non ditemi che il voto è un episodio, che non dice nulla sulla reale bravura o sul valore di una persona, lo so già. Ma avevo già imprecato abbastanza alla maturità, quando avevo visto quel 58/60. E, al tempo stesso, nonostante in un paio di occasioni fossi stato sul punto di cedere, non avevo alcuna intenzione di rimandare la laurea a giugno, con conseguente pagamento di tutte le tasse dell'anno 2008/2009. Ti stai arrendendo, non va bene. Non pensare neanche a giugno. Se rimandi a giugno, almeno fino ad aprile rimarrai a deprimerti perché ti manca S. Devi farcela per marzo. C'è ancora tempo. E tu sei forte. Così mi dicevo io e mi diceva la mia Frau. Ti voglio bene, Frau, anche se ti imbarazzi quando te lo dico.
Lunedì 2 marzo, come dicevo, era l'ultimo giorno utile per consegnare la tesi. Avevo come obiettivo di finire tutta la stesura entro venerdì - l'ultimo giorno in cui avrei visto il relatore - e dedicare il fine settimana esclusivamente a rifiniture e impaginazione.
Ovviamente non fu così: venerdì, alle 6 di sera, quando il relatore lasciò il dipartimento, mi mancavano ancora tre paragrafi - proprio quelli sulla discussione dei risultati! - e le conclusioni, che in una tesi sono ciò cui va dedicata la massima cura, non erano ancora nella forma ottimale. Per non parlare dei grafici. Avrei dovuto arrangiarmi interamente da solo, perché la connessione a internet di casa del relatore non funzionava bene.
Ero distrutto, come un corridore a pochi km dalla fine di una salita, che non riesce più a tenere il passo dei migliori. Sonja (con la J), una dottoressa che lavora allo stesso progetto di cui la mia tesi fa parte, quella sera si sentì tutto il mio sclero. Ma ugualmente non mollai.
Sabato sistemai le conclusioni, rileggendole fino allo sfinimento, e scrissi due degli ultimi tre paragrafi. Quando mi misi a letto, cercai di non pensare che mancavano meno di 36 ore. A Jack Bauer ne bastano 24 per sventare le minacce terroristiche, in fondo.
Domenica giunsi in dipartimento subito dopo la Messa delle 11, ancora con le ceneri sul capo - era la prima di Quaresima, quella vera.
Verso le 5 arrivò Chiara, mia ex compagna, ora dottoranda. Anche lei si sentì un po' di paranoie. Mi disse che non dovevo preoccuparmi: era normale che i risultati fossero solo qualitativi, e poiché partivo da 106, a meno che sputassi in faccia alla commissione il 110 era sicuro.
Alle 8 dovevo ancora inserire un casino di immagini e correggere margini, intestazione e pié di pagina. E scrivere un'appendice. E il frontespizio.
Alle 11.30 circa sentii mio papà al telefono; lui si preoccupava che non tornassi in bici col buio e con le auto che correvano per il poco traffico. Ma io ormai ero pronto a passare la notte lì. Il collega di stanza del mio relatore, a suo tempo, l'aveva fatto; e anche Chiara mi aveva detto trattarsi di un classico!
Ore 2: intestazione e pié di pagina sistemati. Anche se i margini mi sembravano troppo larghi, lasciai quelli di default: meglio non far incavolare LATEX che, avendo un nome greco, per definizione complica la vita.
Ore 2.30: frontespizio finito.
Un'ora e mezza. Un'ora e mezza per scrivere la fottuta didascalia di un grafico.
Ore 4.30: disegno degli ultimi grafici in corso. E crisi di nervi quando Gnuplot non mi mostrò ciò che volevo, perché avevo selezionato una colonna sbagliata. Calma, grande calma. Hai ancora 4 ore abbondanti. E la macchinetta del caffè è sempre accesa. Pensai a Frank Thomas, animatore di Fantasia di Walt Disney, quando raccontava le traversie nel girare la sequenza sull'Ave Maria di Schubert, a pochissimo dalla prima del film.
Ore 7: scrittura dei ringraziamenti, con dimenticanza di non so quante persone. Ma costoro non avrebbero visto questa versione della tesi; ne avrebbero vista un'altra, ben rilegata, con i ringraziamenti scritti bene. (Non ancora stampata.)
Ore 7.40: scrittura dell'appendice mancante. Solo tabelle. E rinuncia ad un'altra appendice: non avevo la forza di sistemarla.
Ore 8: i professori cominciarono ad arrivare. Io puzzavo come un mercato del pesce, sperai non mi venissero troppo vicini. Ormai ci conoscevamo, e ci capimmo al volo.
Ore 8.10: feci partire la stampa delle pagine in bianco e nero, di tutti i capitoli eccetto l'ultimo. Volli aspettare un po', magari sarebbe arrivato il relatore e gli avrei potuto mostrare gli ultimi paragrafi e le conclusioni corrette.
Ore 8.20: feci partire la stampa delle pagine a colori. La macchina era occupata a stampare una tesi di dottorato. Mentre aspettavo le mie pagine, arrivò una signora, che mi fece: "Stai stampando la tesi? Non so mica se si possono stampare le tesi!" E io: "Certo che si possono stampare!" Non mi interessava chi fosse questa signora, poteva anche essere Angela Merkel, ma io avrei avuto le mie pagine.
Ore 8.55: il relatore ancora non si vedeva. Avevo tempo fino alle 12.30 per consegnare: per rilegare ci vuole un'ora, ma chissà se in copisteria ci sarebbe stata coda; la legge di Murphy è sempre in agguato. Feci partire la stampa dell'ultimo capitolo.
Ore 9.10: in copisteria sembravano non avere il cartoncino del colore che volevo io (verde acqua). Lo trovarono alla fine. E ce n'era un pacco pieno.
Ore 10: in segreteria studenti, mi feci dare i certificati necessari. Fino a tre giorni prima risultava che io avessi sostenuto Scienza dell'organismo umano anziché Fisica matematica. Mi restituirono anche il diploma di maturità. Non ricordavo nemmeno di averlo.
Ore 10.20: andai dal relatore e gli dissi: "questa è la sua ultima possibilità di fermarmi. È proprio sicuro di volermi far laureare?" Il relatore firmò.
Ore 10.30: alla segreteria del dipartimento, non volevo più separarmi dalla mia tesi. La segretaria mi chiese se volessi altro tempo. Ma consegnai. Ce l'hai fatta. Era una corsa contro il tempo. L'hai vinta tu.
Ore 10.40: tornai alla postazione a recuperare tutte le mie cose. Conobbi Giovanni, alle prese con grane burocratiche perché, l'ultimo giorno utile per consegnare la domanda di laurea, si trovava ancora in Germania, dove aveva svolto il lavoro. Cominciammo a parlare in tedesco: la miglior conversazione in tedesco della mia vita!
Ore 12: ero a casa. Mi preparai un piattone di pasta (non facevo un pasto completo da più di 24 ore!) e mi misi a letto.
Ore 9.15: mi svegliai. Azz... troppo tardi per andare alla lezione di tedesco! E il mio cellulare aveva 13 chiamate perse!
È proprio necessario che vi traduca la frase del titolo? Eddai...
Canzone del giorno: Beyoncé - Halo.
Il mio febbraio era stato caratterizzato da giornate trascorse interamente alla postazione, a volte con salto del pranzo - Carnevale e Quaresima, nel mio personale calendario, sono stati invertiti. La sera, quando non avevo il Deutschkurs o il laboratorio teatrale - cui non ho pensato neanche un minuto di rinunciare - rimanevo in facoltà; in ogni caso la cena era sistematicamente dopo mezzanotte, accompagnata dalla replica della gara di sci alpino in val d'Isère o di sci nordico a Liberec.
Fu una corsa contro il tempo in piena regola. Va detto che in buona parte la colpa era stata mia: prima che fosse resa nota la scadenza, avevo fatto pochissimo; c'erano giorni che rimanevo ore intere imbambolato davanti al pc chiedendomi perché io e S. non stessimo più insieme. Vi basti sapere che i risultati del mio case study li discussi col relatore a 6 giorni dalla data di consegna.
Non male, per uno che puntava (almeno) al 110. Era una faccenda personale: non ditemi che il voto è un episodio, che non dice nulla sulla reale bravura o sul valore di una persona, lo so già. Ma avevo già imprecato abbastanza alla maturità, quando avevo visto quel 58/60. E, al tempo stesso, nonostante in un paio di occasioni fossi stato sul punto di cedere, non avevo alcuna intenzione di rimandare la laurea a giugno, con conseguente pagamento di tutte le tasse dell'anno 2008/2009. Ti stai arrendendo, non va bene. Non pensare neanche a giugno. Se rimandi a giugno, almeno fino ad aprile rimarrai a deprimerti perché ti manca S. Devi farcela per marzo. C'è ancora tempo. E tu sei forte. Così mi dicevo io e mi diceva la mia Frau. Ti voglio bene, Frau, anche se ti imbarazzi quando te lo dico.
Lunedì 2 marzo, come dicevo, era l'ultimo giorno utile per consegnare la tesi. Avevo come obiettivo di finire tutta la stesura entro venerdì - l'ultimo giorno in cui avrei visto il relatore - e dedicare il fine settimana esclusivamente a rifiniture e impaginazione.
Ovviamente non fu così: venerdì, alle 6 di sera, quando il relatore lasciò il dipartimento, mi mancavano ancora tre paragrafi - proprio quelli sulla discussione dei risultati! - e le conclusioni, che in una tesi sono ciò cui va dedicata la massima cura, non erano ancora nella forma ottimale. Per non parlare dei grafici. Avrei dovuto arrangiarmi interamente da solo, perché la connessione a internet di casa del relatore non funzionava bene.
Ero distrutto, come un corridore a pochi km dalla fine di una salita, che non riesce più a tenere il passo dei migliori. Sonja (con la J), una dottoressa che lavora allo stesso progetto di cui la mia tesi fa parte, quella sera si sentì tutto il mio sclero. Ma ugualmente non mollai.
Sabato sistemai le conclusioni, rileggendole fino allo sfinimento, e scrissi due degli ultimi tre paragrafi. Quando mi misi a letto, cercai di non pensare che mancavano meno di 36 ore. A Jack Bauer ne bastano 24 per sventare le minacce terroristiche, in fondo.
Domenica giunsi in dipartimento subito dopo la Messa delle 11, ancora con le ceneri sul capo - era la prima di Quaresima, quella vera.
Verso le 5 arrivò Chiara, mia ex compagna, ora dottoranda. Anche lei si sentì un po' di paranoie. Mi disse che non dovevo preoccuparmi: era normale che i risultati fossero solo qualitativi, e poiché partivo da 106, a meno che sputassi in faccia alla commissione il 110 era sicuro.
Alle 8 dovevo ancora inserire un casino di immagini e correggere margini, intestazione e pié di pagina. E scrivere un'appendice. E il frontespizio.
Alle 11.30 circa sentii mio papà al telefono; lui si preoccupava che non tornassi in bici col buio e con le auto che correvano per il poco traffico. Ma io ormai ero pronto a passare la notte lì. Il collega di stanza del mio relatore, a suo tempo, l'aveva fatto; e anche Chiara mi aveva detto trattarsi di un classico!
Ore 2: intestazione e pié di pagina sistemati. Anche se i margini mi sembravano troppo larghi, lasciai quelli di default: meglio non far incavolare LATEX che, avendo un nome greco, per definizione complica la vita.
Ore 2.30: frontespizio finito.
Un'ora e mezza. Un'ora e mezza per scrivere la fottuta didascalia di un grafico.
Ore 4.30: disegno degli ultimi grafici in corso. E crisi di nervi quando Gnuplot non mi mostrò ciò che volevo, perché avevo selezionato una colonna sbagliata. Calma, grande calma. Hai ancora 4 ore abbondanti. E la macchinetta del caffè è sempre accesa. Pensai a Frank Thomas, animatore di Fantasia di Walt Disney, quando raccontava le traversie nel girare la sequenza sull'Ave Maria di Schubert, a pochissimo dalla prima del film.
Ore 7: scrittura dei ringraziamenti, con dimenticanza di non so quante persone. Ma costoro non avrebbero visto questa versione della tesi; ne avrebbero vista un'altra, ben rilegata, con i ringraziamenti scritti bene. (Non ancora stampata.)
Ore 7.40: scrittura dell'appendice mancante. Solo tabelle. E rinuncia ad un'altra appendice: non avevo la forza di sistemarla.
Ore 8: i professori cominciarono ad arrivare. Io puzzavo come un mercato del pesce, sperai non mi venissero troppo vicini. Ormai ci conoscevamo, e ci capimmo al volo.
Ore 8.10: feci partire la stampa delle pagine in bianco e nero, di tutti i capitoli eccetto l'ultimo. Volli aspettare un po', magari sarebbe arrivato il relatore e gli avrei potuto mostrare gli ultimi paragrafi e le conclusioni corrette.
Ore 8.20: feci partire la stampa delle pagine a colori. La macchina era occupata a stampare una tesi di dottorato. Mentre aspettavo le mie pagine, arrivò una signora, che mi fece: "Stai stampando la tesi? Non so mica se si possono stampare le tesi!" E io: "Certo che si possono stampare!" Non mi interessava chi fosse questa signora, poteva anche essere Angela Merkel, ma io avrei avuto le mie pagine.
Ore 8.55: il relatore ancora non si vedeva. Avevo tempo fino alle 12.30 per consegnare: per rilegare ci vuole un'ora, ma chissà se in copisteria ci sarebbe stata coda; la legge di Murphy è sempre in agguato. Feci partire la stampa dell'ultimo capitolo.
Ore 9.10: in copisteria sembravano non avere il cartoncino del colore che volevo io (verde acqua). Lo trovarono alla fine. E ce n'era un pacco pieno.
Ore 10: in segreteria studenti, mi feci dare i certificati necessari. Fino a tre giorni prima risultava che io avessi sostenuto Scienza dell'organismo umano anziché Fisica matematica. Mi restituirono anche il diploma di maturità. Non ricordavo nemmeno di averlo.
Ore 10.20: andai dal relatore e gli dissi: "questa è la sua ultima possibilità di fermarmi. È proprio sicuro di volermi far laureare?" Il relatore firmò.
Ore 10.30: alla segreteria del dipartimento, non volevo più separarmi dalla mia tesi. La segretaria mi chiese se volessi altro tempo. Ma consegnai. Ce l'hai fatta. Era una corsa contro il tempo. L'hai vinta tu.
Ore 10.40: tornai alla postazione a recuperare tutte le mie cose. Conobbi Giovanni, alle prese con grane burocratiche perché, l'ultimo giorno utile per consegnare la domanda di laurea, si trovava ancora in Germania, dove aveva svolto il lavoro. Cominciammo a parlare in tedesco: la miglior conversazione in tedesco della mia vita!
Ore 12: ero a casa. Mi preparai un piattone di pasta (non facevo un pasto completo da più di 24 ore!) e mi misi a letto.
Ore 9.15: mi svegliai. Azz... troppo tardi per andare alla lezione di tedesco! E il mio cellulare aveva 13 chiamate perse!
È proprio necessario che vi traduca la frase del titolo? Eddai...
Canzone del giorno: Beyoncé - Halo.
giovedì 16 aprile 2009
Kairòs, il musical (4)
9 foto della replica di Motta di Livenza, lo scorso 4 aprile:
E per chi l'avesse perso (quest'ultima frase va pronunciata alla maniera di Radio 24), sono in programma tre repliche al Piccolo Teatro don Bosco di Padova tra il 24 e il 25 aprile! :-)
Canzone del giorno: Nickelback - If Today Was Your Last Day.
E per chi l'avesse perso (quest'ultima frase va pronunciata alla maniera di Radio 24), sono in programma tre repliche al Piccolo Teatro don Bosco di Padova tra il 24 e il 25 aprile! :-)
Canzone del giorno: Nickelback - If Today Was Your Last Day.
martedì 14 aprile 2009
New Town
Nella lettera Ma io per il terremoto non do neanche un euro..., pubblicata domenica sulla webzine marsal@.it, Giacomo di Girolamo scrive:
Avrei potuto anche uscirlo (tipico modo di dire siciliano, ndr), un euro, forse due. Poi Berlusconi ha parlato di "new town" e io ho pensato a Milano 2, al lago dei cigni, e al neologismo: "new town" . Dove l'ha preso? Dove l'ha letto? Da quanto tempo l'aveva in mente?Di Girolamo, te lo dico io da dove l'ha preso: dal mio libro di inglese delle medie! Peter and Catherine Cross live in New Town; every morning Peter wakes up at 7 o'clock...
Hap Collins e Mirco Buso
Sintesi di Una stagione selvaggia di Joe R. Lansdale, primo romanzo della serie di Hap e Leonard:
Parché mi so' de sinistra, so' sempre sta' de sinistra, ma ghe xe do' cose ne'a vita: 'i schei e 'a f**a!Canzone del giorno: Rihanna - Push Up On Me.
domenica 12 aprile 2009
Ohibò!
Io tengo molto a partecipare alle funzioni religiose del Triduo pasquale. Per la prima volta dopo tanti anni ho partecipato anche alla Via Crucis, venerdì sera, lungo le vie del quartiere di Paltana, a Padova. Non so quanto maggiore fosse la partecipazione, venti o quarant'anni fa, ma è bello vedere i lumini sui balconi delle case, e le persone affacciarsi.
Ormai alcuni dei brani della Bibbia che vengono letti durante queste funzioni li conosco a memoria. Però io ricordo la vecchia versione, quella che si usava fino a un anno fa. Non mi si può prendere il primo giorno dopo il sabato e farmelo diventare il primo giorno della settimana così, senza avvertirmi con almeno un mese d'anticipo!
E che dire della tradizione profana della Pasqua di questa casa, ovvero il ciclismo? Alla Paris-Roubaix era una cosa fuori discussione: lo sponsor era La Redoute! Pure sul mio banco di scuola ogni tanto scrivevo La Redoute quando mi veniva in mente l'Inferno del Nord! Oggi - a dire il vero, forse era così già l'anno scorso - all'inizio e alla fine di ogni tratto di pavé, e sul cemento del velodromo della città dell'acciaio, cosa vedo? Il logo del Nord-Pas de Calais, la regione di cui fa parte Roubaix. Un momento... ma nel Nord-Pas de Calais c'è anche Bergues, la cittadina dov'è stato girato Giù al Nord (Bienvenue dans les Ch'tis)! A una delle prossime edizioni devo andare sicuramente.
Canzone della sera: Amy Macdonald - Poison Prince.
Ormai alcuni dei brani della Bibbia che vengono letti durante queste funzioni li conosco a memoria. Però io ricordo la vecchia versione, quella che si usava fino a un anno fa. Non mi si può prendere il primo giorno dopo il sabato e farmelo diventare il primo giorno della settimana così, senza avvertirmi con almeno un mese d'anticipo!
E che dire della tradizione profana della Pasqua di questa casa, ovvero il ciclismo? Alla Paris-Roubaix era una cosa fuori discussione: lo sponsor era La Redoute! Pure sul mio banco di scuola ogni tanto scrivevo La Redoute quando mi veniva in mente l'Inferno del Nord! Oggi - a dire il vero, forse era così già l'anno scorso - all'inizio e alla fine di ogni tratto di pavé, e sul cemento del velodromo della città dell'acciaio, cosa vedo? Il logo del Nord-Pas de Calais, la regione di cui fa parte Roubaix. Un momento... ma nel Nord-Pas de Calais c'è anche Bergues, la cittadina dov'è stato girato Giù al Nord (Bienvenue dans les Ch'tis)! A una delle prossime edizioni devo andare sicuramente.
Canzone della sera: Amy Macdonald - Poison Prince.
Pasqua
Christ rising again from the dead now dieth not.
Death from henceforth hath no pow'r upon him.
For in that he died, he died but once to put away sin;
but in that he liveth, he liveth unto God.
And so likewise, count yourselves dead unto sin,
but living unto God in Christ Jesus our Lord.
Christ is risen again, the first fruits of them that sleep.
For seeing that by man came death,
by man also cometh the resurrection of the dead.
For as by Adam all men do die
so by Christ all men shall be restored to life.
Alleluja!
giovedì 9 aprile 2009
Acquisti (in)utili
Potere assoluto di David Baldacci è stato uno dei romanzi, forse il romanzo, che dopo un'insegnante sciagurata di italiano mi ha fatto innamorare di nuovo della lettura. E dire che cominciai a leggerlo solo perché mi ero perso il film1. Lo stesso autore, con Il biglietto vincente, fu l'unico che riuscì a portare me, che nei casi migliori non supero le 30 pagine al giorno, a leggerne più di 100.
Ogni anno David pubblica un nuovo libro, che io puntualmente compro quando c'è la promozione sugli Oscar Mondadori. Maledicendo l'ennesimo aumento dei prezzi, e soprattutto chiedendomi perché, dal momento che, a parte A casa per Natale, dopo La semplice verità non ne ho letti più...
Alla Feltrinelli di Padova oggi c'era Marco Almagisti, che presentava il suo La qualità della democrazia in Italia. Mi sa che qualcuno mi ha guardato male, quando mi sono seduto sui gradini sfogliando tutt'altro. Di fronte a me, seduta per terra, c'era una ragazza, T'ai Chi T'u al collo e borsa verde militare, che scrisse credi in te stesso con un pennarello nero sul retro di un santino, che successivamente diede al ragazzo alla sua destra, prima di tornare a scarabocchiare sul suo diario.
Alla fine, uscii dalla libreria con I collezionisti, Vita romana di Ugo Enrico Paoli e Uomini che odiano le donne. Ebbene sì, dopo tanto parlare, mi sono deciso a leggere questo romanzo il cui titolo inizialmente non mi ispirava per niente. La domanda è: al ritmo a cui leggo ora, riuscirò a finirlo prima di Natale?
1 Film che successivamente avrei visto in videocassetta, per scoprire mio malgrado che è stato completamente eliminato il protagonista, l'avvocato Jack Graham. Non solo: mentre lo guardavo, mi dicevo "ma questa immagine mi ricorda qualcosa" ... e poco prima della fine sapevo perfettamente cosa sarebbe accaduto. In altre parole, il film non me l'ero perso affatto! Eppure leggendo il libro la storia non mi aveva ricordato nulla! Sarà uno dei misteri che mi porterò dietro finché campo...
Canzone della sera: Santana feat. Michelle Branch - The Game Of Love.
Ogni anno David pubblica un nuovo libro, che io puntualmente compro quando c'è la promozione sugli Oscar Mondadori. Maledicendo l'ennesimo aumento dei prezzi, e soprattutto chiedendomi perché, dal momento che, a parte A casa per Natale, dopo La semplice verità non ne ho letti più...
Alla Feltrinelli di Padova oggi c'era Marco Almagisti, che presentava il suo La qualità della democrazia in Italia. Mi sa che qualcuno mi ha guardato male, quando mi sono seduto sui gradini sfogliando tutt'altro. Di fronte a me, seduta per terra, c'era una ragazza, T'ai Chi T'u al collo e borsa verde militare, che scrisse credi in te stesso con un pennarello nero sul retro di un santino, che successivamente diede al ragazzo alla sua destra, prima di tornare a scarabocchiare sul suo diario.
Alla fine, uscii dalla libreria con I collezionisti, Vita romana di Ugo Enrico Paoli e Uomini che odiano le donne. Ebbene sì, dopo tanto parlare, mi sono deciso a leggere questo romanzo il cui titolo inizialmente non mi ispirava per niente. La domanda è: al ritmo a cui leggo ora, riuscirò a finirlo prima di Natale?
1 Film che successivamente avrei visto in videocassetta, per scoprire mio malgrado che è stato completamente eliminato il protagonista, l'avvocato Jack Graham. Non solo: mentre lo guardavo, mi dicevo "ma questa immagine mi ricorda qualcosa" ... e poco prima della fine sapevo perfettamente cosa sarebbe accaduto. In altre parole, il film non me l'ero perso affatto! Eppure leggendo il libro la storia non mi aveva ricordato nulla! Sarà uno dei misteri che mi porterò dietro finché campo...
Canzone della sera: Santana feat. Michelle Branch - The Game Of Love.
Erdbeben
Mi sono sentito un po' menefreghista in questi giorni. Ho lasciato che a diffondere gli appelli per i terremotati dell'Abruzzo fossero siti più autorevoli del mio; e lunedì, al corso di tedesco, dove ogni volta la Lehrerin ci fa parlare un po' di attualità, per insegnarci parole nuove, portai ugualmente l'articolo sul Giro delle Fiandre che avevo stampato il giorno prima.
Non so se sia già partito il valzer delle polemiche; mi è bastato sentire Berlusconi parlare di gestione delle salme per decidere che non avrei acceso il televisore se non per la Gent-Wevelgem o per Kyle XY. Per non parlare di Marco Travaglio, che sfrutta la tragedia per portare acqua al mulino dei contrari al nucleare, agitando lo spettro di un terremoto su una centrale; naturalmente non serve a nulla dire che in Giappone, uno dei Paesi più sismici del mondo, ci sono 55 centrali atomiche che producono il 27,5% del fabbisogno energetico, vero?
Se fossi un direttore di rete, non cambierei nulla nel palinsesto se non per dare le notizie. Niente esperti invitati per uno "speciale" , nessuna cancellazione di eventi sportivi "in rispetto delle vittime e dei loro familiari" ; per quello che riguarda reality e varietà, lascerei decidere lo staff. Non è cinismo, gente; è solo che con il dolore io ho dovuto imparare a convivere fin da bambino, e voglio decidere io quando è il tempo per riflettere. E, soprattutto, si tratta di qualcosa di personale, le cui occasioni non mancano. Pur riconoscendo la buona fede di chi, a scuola o in altre occasioni comunitarie, imponeva un momento di riflessione, in tali momenti il mio unico pensiero era "quanto manca alla campanella?"
Canzone del giorno: The Killers - Human.
Non so se sia già partito il valzer delle polemiche; mi è bastato sentire Berlusconi parlare di gestione delle salme per decidere che non avrei acceso il televisore se non per la Gent-Wevelgem o per Kyle XY. Per non parlare di Marco Travaglio, che sfrutta la tragedia per portare acqua al mulino dei contrari al nucleare, agitando lo spettro di un terremoto su una centrale; naturalmente non serve a nulla dire che in Giappone, uno dei Paesi più sismici del mondo, ci sono 55 centrali atomiche che producono il 27,5% del fabbisogno energetico, vero?
Se fossi un direttore di rete, non cambierei nulla nel palinsesto se non per dare le notizie. Niente esperti invitati per uno "speciale" , nessuna cancellazione di eventi sportivi "in rispetto delle vittime e dei loro familiari" ; per quello che riguarda reality e varietà, lascerei decidere lo staff. Non è cinismo, gente; è solo che con il dolore io ho dovuto imparare a convivere fin da bambino, e voglio decidere io quando è il tempo per riflettere. E, soprattutto, si tratta di qualcosa di personale, le cui occasioni non mancano. Pur riconoscendo la buona fede di chi, a scuola o in altre occasioni comunitarie, imponeva un momento di riflessione, in tali momenti il mio unico pensiero era "quanto manca alla campanella?"
Canzone del giorno: The Killers - Human.
domenica 5 aprile 2009
Domenica delle Palme
La mattina, benedizione dell'ulivo...
... il pomeriggio, classica del Nord!
Bentornate, vecchie abitudini!
... il pomeriggio, classica del Nord!
Bentornate, vecchie abitudini!
Canzone del giorno: Alesha Dixon - The Boy Doesn't Nothing.
sabato 4 aprile 2009
In laurea di Martina
Con d'inventione e d'armonia il cimentoMetro: sonetto.
cuciamo questi versi a punto croce
per ai tuoi complimenti dare voce
col Zima, Cepparello ed altri cento.
Ciascun di noi, qui unito, sta contento
mentre la tua parola va veloce;
persin Filippo Argenti, sì feroce
sta assiso ad ascoltar con fare attento.
Come di smalto decorato un dardo
il tuo successo da qui prende il volo:
non è lontano il prossimo traguardo;
e noi, che gl'indovini siam di ruolo,
diciam che dal Monviso a Castelsardo
nessun numero primo sarà solo.
1. Martina si è laureata a Venezia, e Il cimento dell'armonia e dell'inventione è l'op. 8 di Antonio Vivaldi; i primi quattro dei dodici concerti della raccolta sono le Quattro stagioni;
2. Una delle passioni di Martina è il punto croce;
4. Martina, nella sua tesi, ha studiato alcune novelle del Decameron: il Zima e ser Cepparello sono due famosi personaggi dell'opera boccaccesca - compaiono, rispettivamente, nella quinta novella della terza giornata e nella prima novella della prima giornata;
7. Oltre che nell'ottavo canto dell'Inferno, questo nobile fiorentino, noto per la sua ira, è protagonista, con Biondello e Ciacco, dell'ottava novella della nona giornata;
9. Anche gli smalti per unghie sono stati una delle fissazioni di Martina... ;
14. ... e, come ultima, è venuta La solitudine dei numeri primi.
Canzone del giorno: Empire Of The Sun - Walking On A Dream.
giovedì 2 aprile 2009
Regola di vita
A me le cose fatte tanto per fare non sono mai piaciute. Ho sempre avuto una regola fissa: mira in alto. Valida in ogni luogo e in ogni momento, anche per ciò che mi è stato imposto. Facendo di necessità virtù, visto che, oltretutto, le cose più strane riemergono nei luoghi e nei momenti più impensabili.
Ora: se hai capito, bene; se non hai capito, non sarò di certo io a spiegartelo. Non oggi, almeno.
Canzone del giorno: Depeche Mode - Wrong.
Ora: se hai capito, bene; se non hai capito, non sarò di certo io a spiegartelo. Non oggi, almeno.
Canzone del giorno: Depeche Mode - Wrong.
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